Al Cagliari in prestito, al Napoli in proprietà. Elia Caprile ha trovato la sua definitiva consacrazione di portiere sull’italico suol ma il suo passato ha anche un profumo British. Prima di approdare in Italia con le casacche di Pro Patria, Bari ed Empoli fino a terminare in terra di Partenope e a fare la felicità della porta rossoblù, infatti, Caprile aveva indossato la casacca del Leeds United, sia pur se con la formazione under 23.
Ma,assicurano, già da allora il ragazzo prometteva benone. E non a caso si è segnalato in Italia come tra gli estremi difensori di maggiore talento.
Elia Caprile, primi passi con il Chievo Verona , poi in volo per Leeds
Nel 2019-2020 Caprile è a farsi le ossa nel settore giovanile del Chievo. Qualche addetto ai lavori della terra d’Albione, però, riceve notizie favorevoli sul suo conto. Norwich City e Leeds bussano alla sua porta e cercano di averlo in famiglia per continuare a crescerlo come si deve e farne un portiere di vaglia. Tra le due la spunta infine l’attuale capolista della Championship. I suoi servigi vanno soprattutto all’under 23 ma l’allora tecnico della prima squadra Marcelo Bielsa, non uno qualsiasi ma l’ex commissario tecnico di Argentina e Cile e tecnico dell’Uruguay, se lo porta spesso e volentieri con la prima squadra. Ci sarà molto del suo apporto nella vittoria dell’under 23 in Premier League 2 division two del Leeds nella stagione 2022-23. Di quell’esperienza Caprile ricorda fotogramma per fotogramma, così come non gli è scomparso dalla mente il ritratto di un Bielsa sergente di ferro e molto esigente: “mi è capitato – disse tempo fa in un’intervista- di cominciare l’allenamento alle dieci e mezzo del mattino e mangiare alle tre di pomeriggio perché lui non ti fa uscire dal campo finché le esercitazioni tecniche non vengono eseguite alla perfezione”. Ma quel lavoro pesante diede i suoi frutti, ed è lo stesso Caprile ad aggiungerlo: “in partita – spiegò – la squadra giocava con una scioltezza disarmante e a memoria”.
Elia Caprile, dall’esperienza inglese al ritorno in Italia
Caprile non ha difficoltà ad ammettere che sia l’inebriante profumo del calcio made in England, sia i metodi molto rigorosi di Bielsa abbiano plasmato ciò che è oggi, un giocatore maturo finito nell’orbita del Napoli e mandato a rinforzarsi ulteriormente prima a Empoli poi a Cagliari dopo avere difeso i pali di Pro Patria e Bari. “Quella di Leeds- ha dichiarato – è stata un’esperienza formativa in campo e fuori, in quella squadra c’erano grandi giocatori, da Raphinha a Phillips, Bielsa è stato un allenatore vero, un uomo che mi ha lasciato molto anche a livello personale, con lui si parlava di calcio ma ci parlava molto anche di sè, di che cosa significasse vivere lontano da casa, dei suoi sogni”.
Oggi Elia Caprile, il portiere che, quando la nazionale italiana giocò al San Nicola di Bari, non se ne andò finché non vide uscire dallo spogliatoio il suo idolo Gigi Buffon per congratularsi con lui, sta regalando ampi sorrisi al Cagliari che vorrebbe chiedere al Napoli il placet per tenerselo ben stretto. Il suo cuore, oltreché la sua origine, sono italiani. Ma continuano a profumare di quella città del West Yorkshire in cui si cesellarono i suoi sogni di portiere che voleva sfondare e ci riuscì.
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