Northampton: per diventare mascotte, basta mandare un’email

Il Northampton Town si conferma una squadra dedicata alla comunità: la società è ben felice di coinvolgere sempre i propri tifosi nella vita del club

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Un rituale che ricorda quello descritto per le estrazioni del Lotto. A Northampton la mascotte della squadra cambia ogni partita. Diventare simbolo dei The Cobblers è una cosa molto semplice. Basta mandare una e mail e il gioco è fatto. E’ proprio la società ad invogliare i tifosi. Sul sito della società bianco-bordeaux infatti si legge:”Diventare mascotte è un’esperienza indimenticabile per la vita”. Ogni ragazzino riceverà una perfetta riproduzione del kit da gara, oltre ad avere la possibilità di farsi fotografare con il proprio calciatore preferito e poi ancora un buono pasto , un contratto firmato dal manager, posti a sedere nell’area executive , per un adulto e un ragazzo e infine si potrà avverare il sogno di uscire insieme ai calciatori. Niente di più bello, per un ragazzino appassionato di football.

Northampton: una squadra di comunità

I Cobblers si confermano sempre di più una squadra di comunità. Il calcio è solo un mezzo per stare insieme. Sul sito della squadra poi ci sono le testimonianze dirette dei ringraziamenti . Ogni giornata una sorpresa e l’emozione è sempre dietro l’angolo. Le famiglie vivono davvero l’atmosfera unica dello spogliatoio. Dal 2017, Phil Smith, è il chief executive officer che si occupa specificamente di questo settore oltre all’educazione e alla salute. Non soltanto una squadra di calcio, ma un’avventura proiettata verso il mondo esterno che cerca di regalare qualche attimo di felicità ai tifosi.

Forse in un piccola realtà come può essere quella di Northampton, tutto questo è molto più semplice ma è che vero che, quella dei Cobblers, è una tradizione che prosegue da tempo. L’atmosfera a Sixsfields è davvero unica. L’impianto esiste dal 1994 ed ha preso il posto, forse non nel cuore del tifoso del vecchio County Ground, edificato nel 1897. I calciatori si dimostrano miti molto alla mano. La stessa società favorisce e stimola gli incontri tra chi gioca in campo e chi siede sugli spalti. Nel turno che si è disputato sabato, i Cobblers hanno sconfitto 2-1 gli eterni rivali del Peterborough e occupano il diciassettesimo posto in graduatoria, coinvolti in pieno nella bagarre per non retrocedere. Nella top 11 settimanale, il Northampton è rappresentato da due elementi: il centrocampista Cameron Geehan, ventinovenne cresciuto tra Fulham, Chelsea e Norwich City che ha segnato la doppietta decisiva nell’ultimo turno e da Mitch Pinnock, midfielder offensivo.

I Cobblers sono passati per loro alla storia, per aver suscitato l’ira di George Best che, nel, 1968, mise a segno ben sei (6) gol, A parte gli accidenti della storia, il Northampton, testimonia l’esistenza di quel patto sacro tra calciatori e tifosi di cui parlò Bill Shankly. Un futuro dal cuore antico che considera i calciatori comuni uomini mortali, desiderosi di stare fra la gente e di condividerne totalmente le emozioni. Tanti saluti al divismo, dunque. Favole che possono accadere soltanto nel calcio inglese. Non è neanche questione di purezza, ma è pur veto che, nelle categorie ingiustamente considerate minori come può essere la League One, la parete che divide il calciatore ed il tifoso, cade più facilmente. L’esperimento Northampton forse non potrebbe funzionare in Premier League, ma è anche bello pensare di poter bere una birra insieme ai propri miti.


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