Il calcio inglese e la celebrazione del goal

Nel corso del tempo, i protagonisti del calcio inglese hanno inventato esultanze entrate nell’immaginario collettivo, ma nel corso degli anni è mutato anche il modo attraverso cui i tifosi celebrano i goal dei loro beniamini

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Ad un occhio attento potrà apparire evidente come le esultanze dei calciatori dopo un goal in Inghilterra siano meno smodate rispetto a quanto avvenga in altri lidi calcistici. E’ lecito pensare che varie sfumature possano condurre a questa discrepanza, soprattutto con Paesi più “calienti” come quelli mediterranei o dell’America Latina.

Goal ed esultanza: come viene vissuto dal calcio inglese

Dopo l’epoca hooligans, terminata ormai da qualche decennio, lo stadio inglese è diventato paragonabile ad un teatro; in teatro si applaude in caso di apprezzamento o si critica se non soddisfatti mantenendo tuttavia un certo contegno, quell’aplomb tanto caro ai britannici. Il goal viene vissuto sì come un acuto all’interno dello spettacolo ma lo stadio si ricompone rapidamente in quanto la partita va avanti e la rete non è altro che un’istantanea all’interno di novanta minuti in cui può succedere di tutto. Allo stesso tempo vi è una cultura del rispetto verso il gioco e verso gli avversari che porta i giocatori a festeggiare in modo più contenuto, soprattutto in partite con meno tensione emotiva.

In queste occasioni i protagonisti si limitano a qualche fugace abbraccio con i compagni, spesso abbozzando a fatica un sorriso, mentre gli spettatori si alzano in piedi per un applauso, proprio come avviene in una rappresentazione teatrale. E’ raro vedere membri della panchina fiondarsi in campo per formare matasse umane quasi in preda ad un’isteria collettiva come accade altrove. Va specificato che la Premier League negli anni ha varato sanzioni sempre più severe contro comportamenti considerati antisportivi come il togliersi la maglia o provocare il pubblico disincentivando atteggiamenti di questo tipo e che il buon vecchio proverbio “Paese che vai usanze che trovi” risulta valido anche in tale contesto.

Il goal e il calcio inglese: come si adattano i calciatori stranieri

Per intenderci, un calciatore non autoctono si adatterà rapidamente agli usi e costumi anglosassoni uniformandosi a quelli che sono i comportamenti della gente del posto. Se quest’ultima manifesta la gioia della segnatura in modo contenuto il protagonista della realizzazione farà altrettanto. Si badi bene, tale considerazione è estendibile oltre all’ambito dell’esultanza. È risaputo come una delle ragioni di fascino del calcio inglese derivi da un agonismo non riscontrabile in altri campionati del globo. In Inghilterra si può veramente affermare che il calcio sia ancora uno sport di contatto e nonostante questo i giocatori non si lasciano andare a proteste esagerate, rotolamenti sul prato nella speranza di ingannare l’arbitro e fargli comminare una sanzione più pesante nei confronti dell’avversario.

Calciatori che si comportano in questa maniera verrebbero condannati in primis dai loro stessi tifosi nel panorama calcistico britannico. Vale anche il contrario naturalmente. Lo stesso identico calciatore, se catapultato in un campionato differente come può essere ad esempio quello italiano, si renderà ben presto conto di com’è “l’andazzo” adottando reazioni diametralmente opposte rispetto a quelle che avrebbe tenuto in Inghilterra in risposta alla medesima situazione di gioco.

Il ruolo degli stadi nella celebrazione del goal nel calcio inglese

Le considerazioni appena esposte non possono in ogni caso considerarsi vere in assoluto. Dal momento che, per citare un altro proverbio, “Tutto il mondo e Paese”, anche in Terra d’Albione l’emotività può prendere il sopravvento specialmente in occasione di match particolarmente sentiti o dopo rimonte clamorose. Ed è allora che si può udire il celeberrimo “yeeeee” urlato all’unisono dei tifosi immediatamente dopo un goal.

Gli stadi inglesi per giunta favoriscono un’acustica particolare grazie alla vicinanza degli spettatori al campo e questa manifestazione di gioia collettiva rimbomba e viene amplificata rendendola un’esperienza che provoca dipendenza. Il fatto che gli spalti siano quasi parte del terreno di gioco mette per giunta sullo stesso piano tifosi e protagonisti del match. Succede spesso di vedere calciatori che scelgono di festeggiare abbracciando direttamente i loro fan e il tutto conferisce al calcio britannico quella connotazione popolare non più riscontrabile altrove.

Le esultanze iconiche per un goal nel mondo del calcio inglese

In ultimo è piacevole ricordare come alcune delle esultanze più iconiche e ricordate del calcio mondiale abbiano visto la luce proprio in Inghilterra. Come dimenticare “Il tuffo” di Jurgen Klinsmann che, dopo una rete, si lanciò sul prato per ironizzare sulle accuse di essere un simulatore o il “rimprovero comico” di Jimmy Bullard che ricreò un finto rimprovero ai suoi compagni imitando il discorso del loro allenatore dopo una sconfitta precedente. O ancora il “Re impassibile” di Eric Cantona, la robot dance di Peter Crouch, il “calma glaciale” di Thierry Henry, il “Siuuuu” di Cristiano Ronaldo o il “Braccio alzato” di Alan Shearer.

Se ne potrebbero citare a decine. Ma l’esultanza, ancora utilizzata da migliaia e migliaia di giocatori di tutto il pianeta è la strisciata in ginocchio sul prato, tanto cara a Didier Drogba e chissà a quanti altri prima e dopo di lui, nata proprio in Inghilterra grazie alla meravigliosa qualità dei suoi prati.


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