Premier League, Chelsea: la storia degli allenatori italiani sulla panchina dei Blues

Sono stati sinora sette i tecnici italiani a sedere sulla panchina del Chelsea: una partnership di grande tradizione e successo

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Su quarantacinque allenatori che si sono seduti sulla panchina del Chelsea, ben sette sono italiani. Otto, se si conta anche l’esperienza da vice di Gianfranco Zola. E ciascuno ha lasciato la sua impronta. Chi in campo europeo, chi in campo nazionale. Qualcuno ha concluso la sua esperienza con l’amarezza di un esonero, per altri si è invece trattato di normali avvicendamenti da pianeta mercato.

In ogni caso, la bandiera tricolore, sul Chelsea, ha saputo sventolare a buon favore di vento e farsi ricordare. Ma quali sono stati i tecnici di italica stirpe che hanno preso per mano la squadra londinese nel corso degli anni? E quali titoli le hanno consentito di portare a casa? Proviamo a fare un viaggio in questo spaccato storico di tutto rispetto.

Premier League, Chelsea: la prima volta italiana con Gianluca Vialli     

Ex Cremonese, Sampdoria, Juventus, nazionale italiana e, appunto, Chelsea, il compianto Gianluca Vialli, uscito troppo presto di scena per una malattia incurabile, incrociò la strada della conduzione tecnica della squadra dopo esserne stato calciatore con 58 presenze e 21 reti tra febbraio 1998 e settembre 2000, ereditandola da Ruud Gullit.

Nelle 143 partite in panchina, ottenne 76 vittorie, 38 pareggi e 29 sconfitte, arricchendo la bacheca del club di una Supercoppa UEFA, una Coppa delle Coppe e una Football League Cup. Fu anche il tecnico che riuscì a fare incartare al Chelsea in confezione regalo il migliore piazzamento in campionato dal 1970 ovvero il terzo posto nella stagione 1998-99. “Da player manager di questa squadra – amava ricordare Vialliho cercato di fare salire di livello tutto l’ambiente, di trasmettere un’organizzazione più continentale, europea”.  

Il passo successivo, l’era di Claudio Ranieri

Anche l’attuale tecnico della Roma, artefice della salvezza del Cagliari la scorsa stagione, ebbe modo di cimentarsi come allenatore dei Blues tra settembre 2000 e maggio 2004. Prima che la sua avventura terminasse con un esonero, nelle sue 199 gare alla guida della squadra le assicurò 107 vittorie e 46 pareggi incassando altrettante sconfitte.

Riuscì ad arrivare nel 2001-2002 alla finale di Coppa d’Inghilterra e, nonostante il secondo posto in Premier League, nel 2004 fu costretto a salutare la compagnia perché il nuovo presidente dei Blues Roman Abramovich decise di metterlo alla porta. Ranieri si sarebbe poi preso la sua rivincita in terra d’Albione regalando uno scudetto al Leicester nella stagione 2015-2016.

Lo stesso tecnico romano ha ricordato di recente di come i rapporti tra lui e la presidenza della società fossero improntati a una maggiore leggerezza rispetto a quelli del pianeta calcistico tricolore: “in Italia il presidente vuole spesso farsi vedere e sentire – spiega Ranieri rimembrando l’esperienza all’ombra del Big Benall’estero, invece, è diverso. In Inghilterra, il presidente lo incontravo soltanto sull’aereo. Non hanno mai parlato né detto nulla e stavo in effetti tranquillo, la figura del presidente all’estero esiste soltanto per la fine del mese”.

Premier League, Chelsea, re Carlo… d’Italia

Da luglio 2009 a giugno 2011 fu ancora una presenza tricolore a reggere le sorti del Chelsea, quel Carlo Ancelotti che, fuoriclasse da calciatore, si è rivelato tale anche su una panchina. Delle sue centonove partite alla guida dei Blues, 67 le ha vinte, 20 pareggiate e 22 perse. Dopo il tramonto dell’esperienza con il Milan, re Carlo il primo luglio 2009 entra nella famiglia del Chelsea.

E imprimerà a caratteri indelebili una data nella storia del club, il 9 maggio 2010, quando, ubriacando di reti il malcapitato Wigan, il Chelsea vinse sotto la sua guida il campionato di Premier League. Era la prima volta in cui il campionato della terra d’Albione era vinto da un allenatore made in Italy. Ed è anche la stagione di un attacco stellare che perfora le porte avversarie qualcosa come 103 volte.

Prima di allora, Ancelotti aveva regalato ai Blues il Community Shield e, in seguito, avrebbe permesso loro di ritagliare tra i trofei anche uno spazio per la FA Cup. “Posso solo ringraziare Roman Abramovich -disse ricordando l’esperienza in riva al Tamigi -­ perché mi ha messo nelle condizioni di lavorare al meglio durante tutta la mia avventura qui”.

L’incredibile trionfo di Roberto il conquistatore

La sua esperienza a libro paga del Chelsea fu breve (da marzo a novembre 2012), ma incredibilmente intensa. Roberto Di Matteo ebbe decisamente modo di farsi valere nelle 42 partite in cui resse il club, conquistando ventiquattro vittorie e nove pareggi e incassando altrettante sconfitte. Sotto il suo regno, il Chelsea si sarebbe laureato Campione d’Europa per la prima volta nella propria storia, dopo aver battuto ai calci di rigore il Bayern Monaco in un’indimenticabile finale di Champions League.

I legami tra Di Matteo e i Blues risalgono alla carriera giocata dall’ex centrocampista, che totalizzò 119 presenze e 15 reti tra il 1996 e il 2002. In seguito, divenne vice di André Villas-Boas sino a ereditarne la panchina. Al classe ’70 è legata anche la conquista della FA Cup nel 2012, dopo la vittoria finale sul Liverpool.

Dopo tante affermazioni, venne l’ora mesta dell’esonero. E, in ogni caso, anche lui ha lasciato il suo marchio di fabbrica: “il calcio – ha detto ricordando la vittoria di Champions Leagueè imprevedibile come la vita. Non credo che qualcuno avrebbe potuto pronosticare un nostro successo, quella è stata una stagione difficile, ma al contempo incredibile”.

Premier League, Chelsea: dopo un re, arriva anche un Conte

L’attuale tecnico del Napoli ed ex della nazionale (calciatore e poi allenatore) si sedette sulla panchina del Chelsea tra luglio 2016 e luglio 2018 totalizzando 106 presenze con 69 vittorie, diciassette segni “X” e venti giri a vuoto. Il 12 maggio 2017 è una data che, sul suo calendario e su quello dei londinesi, scintilla in modo particolare perché, superando il West Brom, i Blues conquistano un nuovo titolo di Premier League.

La vittoria contro il Manchester United vale poi, sotto di lui, la conquista dell’ottava FA Cup nella storia del club. “Lavorare con i giocatori è stato davvero un piacere- ha spiegato – ringrazierò sempre l’ambiente che mi ha permesso di lavorare bene e di vincere Premier League e FA Cup“. Come spesso è capitato nella sua carriera, dunque, anche nell’ovest di Londra Conte è rimasto poco, ma ha sollevato tutto ciò che contava veramente.

Un nuovo capitolo tutto italiano: il trono di Maurizio Sarri

L’ex tecnico di Empoli, Napoli, Juventus e Lazio fu chiamato dai Blues il 14 luglio 2018 ed ebbe come collaboratori due personaggi di grande rilievo: Gianfranco Zola e Luca Gotti. Il 29 maggio 2019 contribuisce anche lui ad arricchire l’argenteria del Chelsea facendogli conquistare l’Europa League grazie al 4-1 nella finale tutta british contro l’Arsenal.

Quella con il Chelsea – ricorda il tecnico toscano – fu una buona esperienza. Siamo arrivati terzi in Premier League , abbiamo raggiunto la finale di Coppa di Lega e vinto l’Europa League, giocando un sacco di belle partite”. L’addio, per Sarri, fu abbastanza rapido: troppo forte il richiamo dell’Italia e della panchina della Juventus. Una mossa, questa, definita col senno di poi sbagliata dallo stesso 65enne.

Premier League, Chelsea: Enzo Maresca il volto del presente

A tutt’oggi, il Chelsea è tornato a parlare italiano. La conduzione tecnica di Enzo Maresca, che sovrintende le operazioni della prima squadra dal luglio 2024, ha riportato il Tricolore sulla panchina di Stamford Bridge proprio dall’ultima esperienza targata Sarri. Il suo bilancio temporaneo è di 15 partite con 9 vittorie, quattro segni “X” e due soli passi falsi, che collocano i Blues a trentuno punti ovvero al secondo posto a cinque lunghezze dal Liverpool.

Adesso il Chelsea non è forse da scudetto – è il suo grido di battaglia – ma nei prossimi cinque anni sarà la squadra, o una delle squadre, che dominerà il calcio inglese”. Vaticinio impegnativo ma non orfano di fondamenta solide, a giudicare da quanto la strada sta rendendo. Nel frattempo, non dovesse arrivare una gioia in ambito nazionale, i Blues potrebbero puntare con forza all’affermazione in Conference League.

L’indissolubile legame con Zola: Gianfranco secondo

Dopo avere donato al Chelsea, da calciatore, 229 presenze e 59 reti tra 1996 e 2003, Gianfranco Zola fu vice di Maurizio Sarri nella stagione 2018-19. In precedenza, il leggendario attaccante si era però seduto sulla poltrona principale della panchina di West Ham, Watford e Birmingham. La sua presenza, pur da vice, ha lasciato il segno, tanto da fargli ottenere da parte della regina Elisabetta II in persona il riconoscimento di “Member of the British Empire”, non proprio un’inezia.

L’esperienza di Londra – rimembra l’ex Cagliarimi ha arricchito tantissimo. Qui, ho ricevuto più stima e affetto di quanto non mi sarei mai aspettato“. Storie diverse accomunate da un’unica panchina. Storie di trionfi e anche di motivi che hanno dato e danno lustro calcistico all’italico gioco. Ora tocca ad Enzo Maresca scrivere il suo capitolo dorato.


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