Uno si gode il passaggio del turno dei suoi, l’altro resta senza parole. Alla fine del rotondo 5-0 con cui l’Inghilterra ha annichilito l’Irlanda assicurandosi il salto in League A per l’edizione 2026-27 dell’UEFA Nations League, Lee Carsley festeggia a spumante la sua esperienza conclusiva sulla panchina della nazionale dei tre leoni.
Dal primo gennaio 2025, infatti, sarà sostituito da Thomas Tuchel che nella sua biografia calcistico- tecnica ha nomi come Borussia Dortmund, Chelsea e Paris Saint Germain. Heirim Halmgrisson , invece, si lecca le ferite e vuole cancellare al più presto la debacle della sua Irlanda dalla lavagna dei brutti ricordi.
Inghilterra- Irlanda: Lee Carsley esprime soddisfazione per la prestazione dei suoi
L’autostima non fa sicuramente difetto all’ormai ex ct della nazionale d’Albione che lo vuole subito mettere in chiaro: “mi sono sicuramente sentito come se fossi uscito dalla zona di comfort ma non oltre le mie capacità – spiega alla BBC – non ho mai avuto la sensazione di annegare o essere in difficoltà. Ho avuto la sicurezza che io e il resto dello staff saremmo stati bene, siamo diventati sempre più forti”. Dall’esperienza alla guida della nazionale come erede del dimissionario Gareth Southgate che gli aveva lasciato in eredità il secondo posto agli Europei, Carsley trae comunque buoni insegnamenti: “impari molto su te stesso quando ti trovi in una posizione a cui non sei abituato, penso che la cosa più piacevole siano i giocatori più giovani che si fanno avanti”.
Insomma, la scommessa che prese su di sé di saper condurre la nazionale maggiore al largo dopo essersi congedato dalla panchina dell’under 21 si può considerare vinta. “Abbiamo provato a cambiare le cose– conclude- ad adattarci e a cambiare lo stile e il modo in cui giochiamo, il controllo, la quantità di possesso palla che abbiamo, la quantità di occasioni che creiamo”.
Inghilterra- Irlanda, il controcanto cupo di Halmgrisson
Glaciale come la terra d’Islanda da cui proviene, Halmgrisson esordisce dichiarandosi “senza parole”. Qualche favella, però, la deve usare per cercare di spiegare la manita con cui la sua Irlanda è uscita umiliata dai cugini d’Inghilterra. “Abbiamo avuto sei minuti di una specie di follia – dichiara- è stato uno shock, concedere un rigore , un gol e perdere un giocatore, probabilmente abbiamo perso la testa in quel momento”. Ma lo afferma nella consapevolezza che, se pure Scales fosse rimasto in campo e non avesse dovuto percorrere anticipatamente la via degli spogliatoi, la musica non sarebbe stata molto diversa.
Il problema, per lui , è di mentalità complessiva: “abbiamo parlato – prosegue – e ho detto che stiamo avendo problemi di fiducia, una fiducia che è stata persa dopo che nel primo tempo avevamo fatto davvero bene, è successo e basta, è uno schiaffo in faccia ed è difficile riprendersi”. Ma l’Irlanda lo dovrà fare al più presto ora che l’attende lo spareggio per restare in League B per evitare di declinare verso la League C per l’edizione 2026-27.
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