Il commissario tecnico della Scozia, Steve Clarke sta passando un periodo difficile dopo aver incassato l’ennesima sconfitta nell’ultimo turno di Nations League contro la Croazia. Durante la classica conferenza stampa, organizzata in vista della prossima sfida contro il Portogallo, il tecnico scozzese ha ribadito, tra le altre cose, che il gruppo dovrà dare il massimo per risollevare il morale.
Dopo aver trascinato la sua selezione a due Europei consecutivi e all’interno della Lega A di Nations League, il CT della Tartan Army è incappato in un filotto piuttosto negativo. Delle ultime 15 gare, infatti, la Scozia ne ha vinta soltanto una, contro la tutt’altro che irresistibile Gibilterra. Quella contro i lusitani, per quanto complessa, potrebbe essere un’importante occasione per voltare pagina.
Nations League, la Scozia in cerca della giusta identità
Alla vigilia della difficile sfida col Portogallo, Steve Clarke ha ribadito alla stampa: “Sono orgoglioso di essere menzionato insieme a colleghi come Jock Stein: per me questa partita rappresenta un traguardo molto importante e dimostra quanto questo gruppo di giocatori sia stato fantastici negli ultimi cinque anni e mezzo“.
“Ovviamente, mi piacerebbe aggiunge altri record con la nazionale, ma non sono alla ricerca di motivazioni extra. Il mio contratto scadrà alla fine della Coppa del Mondo 2026 e sono convinto che che questa squadra sia abbastanza brava per partecipare a quel Mondiale. È tutto ciò su cui mi concentro in questo periodo, per quanto difficile possa essere“.
“Senza dubbio, il momento in cui ci troviamo è complicato. I ragazzi lo sanno, e sanno cosa devono fare per ottenere risultati – aggiunge il tecnico della Scozia -. Dobbiamo essere molto bravi in tutto ciò che facciamo, mettendo in mostra il nostro gioco. Contro il Portogallo, speriamo di ottenere il risultato che possa far cambiare l’umore a tutto l’ambiente“.
Sul finire della conferenza stampa, il CT della Tartan Army ha aggiunto qualche parola riguardo Ben Doak: “Sappiamo che Ben è un talento e lo vogliamo qui per i prossimi 15 anni, non per i prossimi 15 mesi. Come dico sempre, non mettetegli troppa pressione, è ancora giovane. Farà degli errori durante la gara, così come farà delle giocate davvero buone. Dobbiamo trovare il giusto equilibrio tra dargli l’opportunità di giocare, perché è più che capace, ma anche assicurarci di proteggerlo un po’ e di non sopravvalutarlo“.
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