L’Inghilterra nell’ultimo decennio ha potuto usufruire di giocatori di talento che hanno portato la Nazionale dei Tre Leoni a giocare una semifinale di un Mondiale a Russia 2018 e due finali degli Europei nel 2021 e 2024 sotto la guida di Gareth Southgate. John Stones, Jordan Pickford, Bukayo Saka, Jude Bellingham, Declan Rice sono solo alcuni esempi del talento prodotto dai settori giovanili inglesi.
C’è stato un evento scatenante che ha determinato l’inizio di questa storia: la mancata qualificazione dell’Inghilterra all’Europeo di Austria-Svizzera nel 2008. La nazionale dei Tre Leoni aveva bisogno di un punto nell’ultima gara contro la Croazia di Modric e Srna in quel di Wembley. L’Inghilterra allenata allora da Steve McLaren si trovò in svantaggio di due gol a fine primo tempo, fallendo poi la rimonta e perdendo 3-2. Fu la più grande delusione dalla mancata qualificazione ai Mondiali di USA ’94.
Programmate il futuro, partendo dalle basi
La Football Association aveva bisogno di un segnale forte per chiudere quel capitolo ed evitare che potesse ripetersi. Le scelte furono due: prendere Fabio Capello al posto dell’esonerato McLaren e la costruzione di un centro federale all’avanguardia, prendendo spunto dagli esempi di Coverciano e dalle strutture di Clarefontaine in Francia.
Il centro fu costruito non lontano da Burton, a circa 2 ore e mezza da Londra e fu completato nel 2012, per una spesa totale di 105 milioni di sterline. St George’s Park ospita tutte le nazionali Inglesi, maschili e femminili ed è diventato punto di riferimento anche per altre squadre straniere che sono state ospiti dopo esser rimasti impressionati dal livello delle strutture a loro disposizione.
La riforma del calcio giovanile inglese
Tuttavia questo tassello, seppur importante per la rinascita del calcio inglese, sarebbe stato inutile senza una riforma dei settori giovanili. La globalizzazione nel mondo del calcio ha portato i club a spendere ingenti somme di denaro per giocatori stranieri a basso costo, piuttosto che far crescere i talenti in casa. La stessa Premier League nel 1992 aveva soltanto 13 giocatori stranieri, mentre al momento, secondo il sito Transfermarkt, ce ne sono 384, il 65,6% del totale.
Nel 2012 fu lanciata la Elite Player Performance Plan (EPPP), nata dalla collaborazione tra la Premier League, le serie minori, la federazione e altri stakeholders. L’obiettivo di questo progetto era sviluppare talenti a livello locale, non trascurando però l’aspetto educativo dei giocatori stessi.
Come funziona il settore giovanile del calcio inglese
Questo sistema è diviso per fasce d’età: Foundation (dall’Under 9 alla Under 11), Youth Development (dalla U12 alla U16) e Professional development (dalla U17 alla U23). Il sistema si basa inoltre su 4 principi cardine per sviluppare i talenti stessi:
Un numero elevatissimo di partite da analizzare, circa 10mila, con tantissimi tornei a livello locale, nazionale e anche internazionale per tutte le fasce d’età menzionate poco fa
Educazione, con la Premier League che ha un suo dipartimento scolastico che si occupa di supportare i ragazzi e le ragazze attraverso programmi specifici.
Coaching: nel 2020 la Premier League ha lanciato l’Elite Coaching Plan (ECP) per agevolare la crescita di nuovi allenatori e preparatori e l’ECP stessa supporta il piano per lo sviluppo dei calciatori.
L’Elite performance, ossia l’ottimizzazione del sistema di reclutamento dei giovani talenti e la loro transizione tra le varie fasce d’età attraverso analisi dati e performance, tutto tramite un sistema di controllo creata dalla Premier League stessa.
Il sistema di valutazione del settore giovanile del calcio inglese
Infine c’è una valutazione delle Academies, con giudizi che vanno dall’1 (il più alto) a 4. Questa valutazione tiene conto di ben dieci fattori, tra i quali ci sono le strutture di allenamento, la produttività e la qualità della formazione. Chi ha i punteggi più alti può accedere a più fondi da utilizzare per fare sviluppare i talenti del futuro per la Nazionale Inglese.
I risultati dell’EPPP sono evidenti nella rosa che ha raggiunto la finale dell’Europeo persa contro la Spagna. Diciotto giocatori su ventisei a disposizione di Gareth Southgate si sono sviluppati tramite questo sistema. Ad esempio, Mainoo e Wharton hanno speso 10 anni nei settori giovanili di Manchester United e Blackburn, Jude Bellingham 9 anni al Birmingham, Bukayo Saka e Cole Palmer 8 anni nei settori giovanili di Arsenal e Chelsea.
I risultati concreti della riforma del settore giovanile del calcio inglese
Altro segnale che conferma la bontà del progetto è il successo delle Nazionali giovanili Inglesi negli ultimi 10 anni. Tra le competizioni vinte si annoverano gli Europei U21 vinti nel 2023, due Europei U19 vinti nel 2017 e 2022, una Coppa del Mondo U20 nel 2017 e una Coppa del Mondo U17 nel 2017, che aveva tra le proprie fila alcuni giocatori presenti all’ultimo Campionato Europeo, ossia Foden, Guehi e Gallagher. Menzione d’onore va fatta anche per la Nazionale femminile che ha vinto l’Europeo nel 2022 ed è arrivata seconda al Campionato del Mondo nel 2023.
La doppia finale persa agli Europei da parte della Nazionale dei Tre Leoni può certo far recriminare la Football Association per un titolo internazionale che faceva parte della proprio piano strategico 2020-2024, ma può certo guardare con ottimismo al futuro del calcio maschile e femminile se l’impegno profuso nel corso dell’ultimo decennio continuerà negli anni a venire.
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