La League One scozzese, quest’anno, ha avuto un dominatore assoluto fin dalle prime battute della stagione. Il Falkirk di John McGlynn ha infatti stravinto il campionato di terza serie, tornando così in Championship dopo ben cinque anni di assenza. La caratteristica singolare che ha contraddistinto il percorso dei Bairns, però, è stata la facilità con cui i protagonisti di questa fantastica cavalcata hanno vinto il campionato.
In trentasei gare, infatti, il Falkirk non ha mai perso, portando a casa 27 successi e nove pareggi, per un bottino totale di 90 punti (ben sedici in più rispetto all’Hamilton secondo, ndr). Il rigore del pareggio di Brad Spencer nell’ultimo turno, contro l’Alloa, è stato così festeggiato come uno dei più importanti della stagione: in quel modo, i ragazzi del Falkirk hanno potuto fregiarsi del titolo di Invincibles per la prima volta nella loro storia.
League One, la cavalcata trionfale del Falkirk
La magica stagione 2023-24 del Falkirk ha visto i Bairns competere non solo in League One, ma anche nelle tre principali coppe nazionali scozzesi – la Scottish Cup, la Challenge Cup e la League Cup, ndr. Ebbene, nonostante un totale di 46 partite disputate in tutte le competizioni, i ragazzi di McGlynn hanno perso soltanto tre volte e mai contro avversari presenti nel loro campionato.
I percorsi nelle tre coppe nazionali, infatti, si sono interrotti soltanto per mano del Dundee United futuro vincitore della Championship – in Coppa di Lega – del TNS, campione del Galles – in Challenge Cup – e del Bonnyrigg Rose, in Coppa di Scozia. Per il resto, una lunga alternanza di vittorie e pareggi, con le prime che hanno superato di gran lunga i secondi.
Trascinati da giocatori di categoria superiore, i Bairns hanno ipotecato la vittoria del campionato grazie ai successi negli scontri diretti con l’Hamilton, l’unica avversaria credibile nell’arco di tutto il campionato di League One. Contro gli Accies, però, il Falkirk ha saputo portare a casa ben 10 punti in quattro confronti, un bottino troppo ghiotto per potersi far riprendere prima della fine della stagione.
A guidare la cavalcata trionfale dei Bairns non è stato solo John McGlynn, fresco vincitore del PFA Scotland’s Manager of the Year, ma anche un gruppo di giocatori che hanno saputo creare un amalgama perfetta per portare a casa l’ambitissimo titolo di Invincibles. Senza dubbio, a spiccare in questa privilegiata categoria di “migliori tra i migliori” sono Callumn Morrison, esterno d’attacco da 23 gol in 32 partite di campionato, e Aidan Nesbitt, trequartista di qualità in doppia cifra sia per reti che per assistenze vincenti.
Falkirk, il sogno è ritornare in Premiership nel minor tempo possibile
Dopo una stagione di questo tipo, i tifosi del Falkirk sono legittimati a sognare in grande. Grazie ad una squadra che, almeno sulla carta, necessiterà di pochissimi ritocchi in vista della prossima stagione, i supporters dei Bairns possono pensare ad un futuro ancor più roseo, con un chiaro obiettivo in mente: il ritorno nell’élite del calcio scozzese.
I bianco-rosso-blu, infatti, hanno disputato ben 68 stagioni in massima serie, ma mancano in un campionato di Premiership dalla stagione 2009-2010 (quando ancora la prima divisione si chiamava Scottish Premier League, ndr). Proprio durante quella stagione, peraltro, i Bairns disputarono la loro unica competizione europea, venendo eliminati dagli svizzeri del Vaduz nei turni di qualificazione di UEFA Europa League.
Ora, con un’annata conclusa addirittura col titolo di Invincibles, il Falkirk può tornare a calcare i campi di Championship con grandi ambizioni. Il lusinghiero primato di imbattuti, infatti, ha portato più che bene alle ultime due squadre in grado di raggiungere tale obiettivo. Nella stagione 2016-17, il Celtic non perse nemmeno una delle 47 gare disputate, vincendo un clamoroso Treble nazionale e prolungando la propria striscia di imbattibilità in ambito nazionale a 69 partite.
Più recentemente, invece, furono i Rangers di Steven Gerrard a chiudere il campionato di Premiership da imbattuti, facendo risplendere così i colori dell’Union Jack in una Glasgow che, nell’ultimo decennio, si era tinta sempre più di bianco e verde. Chissà che anche il Falkirk, che con i Gers condivide gli stessi colori sociali, non possa intraprendere un percorso che lo riporterebbe ad essere, di diritto, una delle grandi di Scozia.
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