Guardando i giocatori a disposizione dell’Inghilterra di Gareth Southgate, CT della Nazionale dei Tre Leoni, viene quasi spontaneo chiedersi se esistano davvero squadre in grado di contrastare tanta potenza. La risposta iniziale potrebbe essere altrettanto spontanea: Francia. Quest’ultima, infatti, in termini di talento e abbondanza, pare essere l’unica Nazionale ancora un gradino sopra a quella inglese. Un gradino sopra, si direbbe. La realtà dei fatti, però, sembra essere diversa: basta guardare i risultati ottenuti dal pre-Qatar in poi per comprendere come tra le due squadre ci sia una differenza abissale sul piano della solidità e dell’efficacia, inspiegabile se considerato il valore singolo dei giocatori. Ed è così difficile porre l’Inghilterra al di sopra delle varie Germania, Spagna e Portogallo, tanto per citarne tre, in quanto ogni sosta per le Nazionali non fa altro che alimentare dubbi.
Euro 2024: i talenti a disposizione dell’Inghilterra
Inutile girarci troppo attorno, se si parla di materie prime, attualmente nessuno è messo meglio degli inglesi, che in Kane, Saka, Foden e Bellingham hanno i dominatori dei rispettivi campionati. Ma loro sono semplicemente la copertina. Tanto per rimanere in termini offensivi, due come Watkins e Bowen stanno esaltando la Premier League, ed è dura pensare di non convocarli per Euro 2024. A centrocampo ci si era ormai convinti del trio un po’ sbilanciato Rice–Bellingham–Foden quando sono bastate un paio di partite super del formidabile 2005 Mainoo per rimettere tutto in discussione. Senza tralasciare il dilemma terzini, che infortuni permettendo, conta una batteria folle: Trippier, James, Alexander-Arnold, Chilwell, Shaw. Gli unici reparti in cui non c’è troppa concorrenza sono il centro della difesa e la porta, affidati rispettivamente al duo Stones–Maguire e Pickford. Presentandola così, risulta arduo comprendere le fatiche palesate dall’Inghilterra anche nelle ultime due amichevoli con Brasile e Belgio, che, per quanto partite di rodaggio, hanno evidenziato i soliti vecchi problemi della squadra di Southgate.
L’Inghilterra non trionfa in una competizione internazionale dal Mondiale del 1966 (unico trofeo della sua storia) e sembra essere avvolta da una vera e propria maledizione, condita da una mancanza totale della cultura del vincere (un po’ un Tottenham in versione Nazionale). In patria l’entusiasmo è ampio, così come lo era per l’Europeo quasi casalingo (6 partite su 7 a Wembley) del 2021, terminato con lo psicodramma dei penalty contro l’Italia. Forse la radice del tutto sta proprio nella stampa e nell’opinione pubblica locale, o forse nell’eccessivo orgoglio della FA nel puntare su un inglese (non eccezionale) per guidare questa generazione d’oro.
Rispondere a questi quesiti è complesso, ma una domanda non può essere glissata: quante chances hanno Kane e compagni di trionfare in Germania?
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