Con un comunicato ufficiale rilasciato nella mattinata venerdì 15 settembre, l’Everton fa sapere ai suoi tifosi di essere nel pieno di una transizione fondamentale della sua storia recente. Il club di Premier League, acquistato nel 2016 dal businessman anglo-iraniano Farhad Moshiri, ha infatti reso noto l’accordo tra il suo ormai ex-proprietario e l’azienda di private equity americana 777 Partners, la quale detiene già nel suo portfolio sportivo altre importanti società in giro per l’Europa (nello specifico Siviglia, Genoa, Hertha Berlino e Standard Liegi).
In virtù di tale accordo, l’azienda con base a Miami rileverà il 94.1% delle azioni dell’Everton – ossia la totalità di quelle detenute da Moshiri – e si impegnerà a finanziare la conclusione dei lavori presso il nuovo stadio di Bramley Moore, il quale dovrebbe aprire i battenti intorno alla metà della prossima stagione sportiva. La notizia, per la cui ufficialità legale bisognerà aspettare l’ultimo quarto del 2023, arriva alla fine di un lungo periodo nel quale le smentite da parte dei diretti interessati, al pari delle notizie di accordi con altre società d’investimento, si sono rincorse in lungo e in largo, garantendo una stabilità parziale ad un Club che è già in difficoltà anche sotto l’aspetto calcistico.
Everton a 777 Partners, chi sono i nuovi proprietari dei Toffees
A margine dei primi commenti ufficiali, Josh Wander, fondatore e Managing Partner di 777 Partners, ha dichiarato: “siamo davvero onorati dell’opportunità di diventare parte della famiglia dell’Everton e di essere custodi di un questo Club. È un privilegio essere in grado di costruire qualcosa di nuovo partendo dai suoi grandi valori e dalla sua grande tradizione”.
Proprio quello dell’essere “custodi” del Club è un tema sul quale i tifosi dei Toffees hanno dibattuto molto durante l’era Moshiri. Nonostante l’anglo-iraniano abbia investito oltre 700 milioni di sterline nell’Everton, i risultati non sono arrivati né dal punto di vista sportivo né da quello della stabilità economica e dirigenziale. Le molte promesse, spesso disattese, i collegamenti con procuratori esperti ma poco affidabili e le grandi delusioni sul campo – nelle ultime due stagioni, l’Everton si è salvato per il proverbiale rotto della cuffia – hanno scatenato la collera di gran parte della tifoseria, la quale ha chiesto a gran voce le dimissioni sia del proprietario che del presidente Bill Kenwright.
A raccogliere il testimone è però una compagnia che ha suscitato malumori già in diverse altre realtà del calcio mondiale. Dopo l’acquisizione da parte di 777 Partners e le promesse fatte dall’azienda riguardo ai grandi investimenti che sarebbero stati compiuti nei club, i tifosi di Vasco da Gama e Standard Liegi sono subito insorti contro la nuova proprietà. In particolare, è significativo vedere come solo poche settimane fa i supporters belgi abbiano esposto questo striscione durante una loro gara casalinga: “125 anni di fervore e fedeltà, rispettate queste tradizioni! Niente soldi, nessuna ambizione… Multiproprietà o multimediocrità? Più di 100 anni in prima divisione, la vostra galassia non può danneggiare il nostro futuro!”.
Everton a 777 Partners, cosa manca per l’ufficialità
Per quanto riguarda l’Everton il passaggio di proprietà non si può ancora dire ufficiale. I nuovi azionisti di maggioranza dovranno superare anche un test di affidabilità, stabilito unanimemente tra Premier League e Governo britannico, per poter diventare a tutti gli effetti i nuovi titolari del Club di Liverpool. Al momento, comunque, nonostante la fedina penale di Wander non sia immacolata, pare non ci siano ostacoli sul cammino di 777 Partners, che viaggia spedita verso l’aggiunta di un prestigioso tassello al suo già ricco puzzle.
Ormai i Toffees sono ad un passo dal cambio di proprietà: che sia la svolta di cui l’Everton aveva bisogno da tanto tempo?
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