Nei primi anni di attività, il futuro Stoke City fu costretto ad un lungo peregrinare presso vari impianti sportivi. Il primo fu il Victoria Cricket Ground (fino al 1875), poi si decise per il trasferimento nei pressi di Sweetings Field (dove lo Stoke registrerà la vittoria più larga della sua storia: 26-0 contro il Mow Cop in uno dei primi turni della County Cup, primo trofeo a finire nella bacheca dello Stoke City).
Un momento importante nei primi anni di storia dello Stoke fu la fusione con lo Stoke Victoria Cricket Club che la condusse a trasferirsi all’Athletic Club Ground, meglio conosciuto come Victoria Ground che sarà la casa dello Stoke per i successivi 119 anni, fino al 1997 anno di inaugurazione del Britannia Stadium, attuale impianto del club.
The Victoria Ground |
Il moderno Britannia Stadium (in alto) e il suo logo (in basso). “Britannia” è specializzata in servizi finanziari. |
Nel periodo in cui il gioco del calcio iniziò ad acquistare popolarità e in cui venivano organizzate le prima gare tra le rappresentative nazionali, lo Stoke può vantarsi di aver messo a disposizione della Nazionale un proprio giocatore, Teddy Johnson che, tra l’altro, aiutò l’Inghilterra nella vittoria di Wrexham contro il Galles nel 1880.
Come anche gli altri clubs di cui tratteremo in questa serie di speciali, anche lo Stoke ebbe un ruolo nella fondazione della Football League. Il rapporto fra questa e lo Stoke City fu molto forte, visto che il segretario del club Harry Lockett rappresentò la neonata formazione all’ormai storica riunione dei 12, per poi lasciare i Potters nel maggio 1902 per dedicarsi a tempo pieno al suo nuovo ruolo: primo segretario della neonata Football League.
Nella prima gara della stagione 1888/1889, lo Stoke perse in casa per 2-0 contro il West Bromwich e non riuscì mai a regalare emozioni importanti nelle gare successive. Dopo l’esclusione dalla Football League nel 1890, lo Stoke venne riammesso l’anno successivo, dopo aver vinto la Football Alliance. Nella stagione 1898/1899, lo Stoke raggiunse la semifinale di FA Cup (persa 3-1 contro il Derby County). Ultimo traguardo, prima della retrocessione del 1907 e il lungo periodo di assenza dal primordiale calcio professionistico per problemi economici che furono risolti solo alla ripresa dell’attività agonistica sospesa per il primo conflitto mondiale nel 1919.
Nel 1925, Stoke-on-Trent acquisì lo status giuridico di city e il club nel 1928 adottò la denominazione con cui è ancora oggi conosciuto: Stoke City F.C. (vedi nota 4)
Stanley Matthews con la maglia dello Stoke City. (foto: wikipedia.org) |
Tra i giocatori più rappresentativi e celebrati nella storia dello Stoke City c’è senza dubbio, Stanley Matthews (indimenticabile protagonista della finale di FA Cup del 1953 con la maglia del Blackpool, conosciuta come Matthews Final, vedi nota 5). Esordì a 17 anni, nel maggio 1932 contro il Bury, segnando il suo primo goal contro il Port Vale. Nell’anno del suo esordio, lo Stoke venne promosso in prima divisione.
Matthews giocò allo Stoke City dal 1932 al 1947 e dal 1961 al 1965. Il secondo periodo allo Stoke fu visto come un ritorno a casa. Il manager dell’epoca, Tony Waddington, gli propose un contratto da 50 sterline a settimana. Matthews accettò e torno in Second Division dopo 28 anni. La promozione arrivò nel 1962-1963 e dopo quindici anni dal primo riconoscimento, Matthews vinse nuovamente il premio di miglior giocatore dell’anno. Nel 1965 stabilì un record ancora oggi imbattuto: è stato l’unico giocatore in attività ad essere insignito del Knight Bachelor al merito sportivo. Matthews ha sempre ritenuto di non meritare un simile riconoscimento.
Nel periodo in cui Matthews mosse i primi passi con la maglia dello Stoke, un altro giocatore saliva agli onori della cronaca. Si trattava di Fred Steele che detiene un record importante, ancora imbattuto: nella stagione 1936/1937 siglò 33 reti in campionato.
Gli anni successivi trascorsero tra alti e bassi. La vera e propria svolta nella storia dello Stoke City iniziò nel 1997, con la costruzione del Britannia Stadium. Per ironia della sorte, proprio nel momento in cui lo Stoke si apprestava a lasciare il luogo natìo, venivano gettate le basi per un periodo di grandi soddisfazioni, di bel gioco e di trionfi sfiorati, che hanno permesso al club di conservare un posto stabile nell’élite del calcio inglese.
La prima stagione nel nuovo impianto fu particolarmente difficile e fu caratterizzata da un continuo cambio di allenatori che però non portò a nulla di positivo. La stagione iniziò con Chic Bates, che però venne sostituito a gennaio da Chris Kamara (vedi nota 6), che ad Aprile lasciò il posto ad Alan Durban. Il risultato fu la retrocessione in Division Two. L’anno successivo fu quello del grande cambiamento. Non arrivò la promozione, ma un consorzio islandese, Stoke Holding, rilevò il 66% delle azioni del club. Nella stagione 1999/2000, lo Stoke vinse il Football League Trophy (2-1 al Bristol City, con goal vittoria siglato da Peter Thorne. La promozione in Division One arrivò nella 2001/2002, dopo aver vinto i playoffs: sconfitto il Cardiff in semifinale (l’eroe fu James O’Connor che al 93° costrinse le squadre ai supplementari consegnando, poi, la vittoria alla sua squadra grazie ad un goal su punizione), il trionfo arrivò contro il Brentford in finale (vittoria per 2-0).
La prima stagione in Division One vide in panchina Steve Cotterill (subentrato a Gunnar Gìslason, esonerato a sorpresa il giorno dopo la vittoria in finale playoff) che però si dimise ad ottobre per lasciare il posto al gallese Tony Pulis che salvò la squadra, conferendole stabilità per le due successive stagioni prima di essere esonerato per incomprensioni con la dirigenza.
La stagione 2005/2006 si concluse con un piazzamento a metà classifica, raggiunto dall’olandese Johan Boskamp che però lasciò lo Stoke in seguito all’acquisto del club da parte di Peter Coates: per lui fu un ritorno, visto che era stato proprietario dei Potters dal 1989 al 1998, costretto a lasciare a causa delle critiche ricevute dai tifosi. Egli decise di puntare su un uomo di fiducia che conosceva l’ambiente e che era rispettato dai supporters: Tony Pulis. Fu una scelta coraggiosa, ma giusta. Dopo un ottavo posto, Pulis portò lo Stoke in Premier League nella stagione 2007/2008, classificandosi secondo, dopo 24 anni di attesa.
La prima stagione in massima divisione si concluse con una tranquilla salvezza (12° posto), seguito da un 11° posto nella stagione 2009/2010 ed un 13° posto nella stagione 2010/2011. Quella appena trascorsa è stata certamente l’annata migliore nella storia recente dello Stoke City. Tony Pulis, infatti, raggiunse la prima finale di FA CUP in assoluto dello Stoke City. La finale, disputata contro il Manchester City, si concluse con la vittoria dei citizens; lo Stoke giocò una buona partita, a tratti annullando il divario tecnico con il City.
In virtù del terzo posto ottenuto dal City in campionato, lo Stoke si qualificò per l’Europa League 2011/2012 (sarà eliminato dal Valencia ai sedicesimi di finale).
In questi anni, dunque, Tony Pulis è riuscito a dare una certa stabilità alla squadra, rendendola competitiva in Premier, esprimendo un gioco misto tra l’inglese e il “Continentale”, mai noioso e sempre efficace. L’obiettivo resta quello di confermarsi a questi livelli anche per i prossimi anni, magari tentando un nuovo assalto ad un posto in Europa League.
IL SOPRANNOME: THE POTTERS
Il soprannome con cui ci si riferisce allo Stoke City (lo abbiamo usato più volte anche in questo articolo) è The Potters. Il termine ha il significato di “lavoratori di ceramica” e deriva da Pottery, che indica l’industria di lavorazione della ceramica.
Con Staffordshire Potteries ci si riferisce, dunque, all’area di Stoke-on-Trent (comprendente le città di Tunstall, Burslem, Hanley, Stoke-upon-Trent, Fenton e Longton) in cui è molto sviluppato questo tipo di attività. La città di Stoke-on-Trent è individuata con il termine The Potteries.
STEMMA E COLORI SOCIALI
Di seguito gli stemmi usati nella storia dello Stoke City e l’attuale kit. I colori sociali, bianco e rosso, apparvero per la prima volta nel 1883.
L’attuale kit dello Stoke City. (Fonte: historycalkits.co.uk) |
Nota 4: Lo status di city viene concesso dal monarca regnante inglese a determinate comunità. Il possesso di tale status non comporta l’acquisto di particolari benefici, ma è solo un titolo di prestigio. In genere tale status viene concesso a comunità all’interno delle quali è presente una cattedrale. Stoke-on-Trent rappresenta, tuttavia, un’eccezione non avendo una cattedrale propria. La Chiesa principale della città è la Stoke Minster (nome adottato nel 2005 per sottolineare il grande ruolo svolto nello sviluppo della comunità cittadina di Stoke e di tutto lo Staffordshire), già St. Peter ad Vincula, nome derivato dalla Basilica di San Pietro in Vincoli a Roma.
Nota 5: La finale di FA Cup del 1953 è conosciuta anche come Matthews Final, per la prestazione eccezionale di Stanley Matthews che in quell’anno giocava con il Blackpool. La finale fu vinta dai seasiders per 4-3 contro il Bolton non solo grazie alla memorabile prestazione di Matthews, ma anche grazie alla tripletta di Stan Mortensen che ad oggi resta l’unico giocatore ad aver siglato un hat-trick in una finale di FA Cup a Wembley. Gli altri due hat-tricks nella storia dell’FA Cup furono firmati da William Townley (Blackburn Rovers nel 1890) e da Jimmy Logan (1894, di cui abbiamo parlato nello speciale sul Notts County)
Nota 6: Dopo aver intrapreso una breve carriera da allenatore (al Bradford dal 1995 al 1998 e allo Stoke nel 1998), Kamara è diventato presentatore e commentatore televisivo per Sky Sports. Presenta Goals on Sunday, partecipa a Soccer Saturday e commenta alcuni matches trasmessi da Sky.
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Ahahah! Potrebbe essere una grande idea!
Spettacolo!!!… Lo Stoke City potrebbe fare un derby angloitaliano con Sassuolo… per via delle ceramiche…
filippo